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Il negozio di libri
di Salomon de Bray (1597-1664)

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Salomon de Bray, Negozio di libri, penna, inchiostro e biacca, cm 76 x 76, 1628, Rijksmuseum, Amsterdam


La Musa Clio che scrive la Storia
di Franz Ignaz Gunter (1725-1775)

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Francois Ignaz Gunter, La Musa Clio che scrive la Storia, penna e acquerello, cm 318 x 182, Wallraf-Richartz Museum, Colonia


Il libraio pazzo
di Sebastian Brant (1458-1521)

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Sebastian Brant, Il libraio pazzo, xilografia, 1494





Vengono proposti, qui a lato, tre diversi esempi relativi al libro.
Nei primi due casi vengono presentati dei disegna, realizzati con tecniche diverse: il primo con inchiostro e biacca, il secondo con penna ed acquerello.
Nell'ultimo caso, invece, troviamo una incisione dedicata, ancora una volta, alla tematica del libraio.





Nella scena qui a lato abbiamo la tipica rappresentazione di un interno di libreria, così come si poteva trovare nel '600. Un ambiente nel quale, oltre ai libri, venivano venduti anche dipinti, o disegni, che vengono mostrati appesi sulla parete di destra.




   


In quest'altro disegno comapiono, invece, alcune figure mitologiche.

La più importante è Clio, la musa della Storia, intenta a scrivere il suo libro con la penna d'oca.
A reggere il volume troviamo il Tempo, qui rappresentato con uno dei suoi simboli identificativi, ovvero la falce, elemento che gli deriva dal dio greco Crono, antica divinità agricola che veniva così rappresentato.

Nella parte alta del disegno, infine, trova posto la Fama, che con la sua tromba rende onore proprio a Clio.
































Si tratta di una delle xilografie che illustrano l'opera satirica pubblicata a Basilea nel 1494 da Sebastian Brant intitolata "La nave dei folli", ed è qui raffigurato una sorta di "libraio pazzo".

Con quest'opera l'autore, si propone di criticare la società del tempo proprio utilizzando il tema della follia grazie alla quale i pazzi erano autorizzati a dire liberamente ciò che passava loro per la testa.

In particolare, in questa immagine, il libraio reca sulle sue spalle un copricapo con dei sonagli che rimanda alla figura del giullare, il cosiddetto "pazzo di corte", che poteva affermare qualsiasi cosa senza il timore di essere punito.




















































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