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Dosso Dossi, Giove pittore di farfalle,  1515-18, Cracovia, Castello Reale di Wawel

Immagine
Dosso Dossi, "Giove pittore di farfalle",1512-15,  olio su tela, 111x150  cm, Cracovia, Castello Reale di Wawel
                                       

L'opera fu eseguita su commissione del duca di Ferrara Alfonso d'Este, e raffigura tre divinità dell'Olimpo.
In primo piano, con una veste sgargiante, troviamo Giove, capo degli dei, intento a dipingere le farfalle su di una tela. Si tratta di una rappresentazione delle idee, leggere e volatili, che il capo degli dei tenta di fissatre sulla tela. Ai suoi piedi, nell'angolo in basso a sinistra, trovimo uno dei tipici attributi di Giove, il fulmine o saetta, mentre dietro la tela compare l'arcobaleno che simboleggia l'incorporeità delle idee stesse.

Accanto a Giove troviamo Mercurio in atto di ottenre il silenzio, al fine di aiutare Giove a concentrarsi nell'atto di dipingere.
Mercurio è riconoscibile dal suo elmo alato - a lui erano stati forniti anche degli stivali alati quale messaggero degli dei - e il caduceo per che regge nella mano sinistra e per mezzo del quale era in grado di destare o addormentare gli umani. Egli è colto nell'atto di voltarsi verso la Virtù che chiede udienza a Giove. La Virtù non potrà però interrompere Giove nel suo atto creativo finqché egli non avrà terminato la sua opera.

In questo dipinto si intrecciano dunque numerose tematiche relative alla vita di corte Cinquecentesca, ma soprattutto alla cultura di corte del tempo nella quale erano chiamati a convivere letterati, come Ariosto, o pittori, come Dosso Dossi che frequentavano negli stessi anni la corte degli Este a Ferrara.


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