Tiziano, "L'Assunta", 1516-1518

Tiziano, "Assunzione della Vergine", olio su tela, 6,90 x 3,60 metri
Chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, Venezia
Tiziano Vecellio (1488-90, Pieve di Cadore (Belluno) - 27 agosto 1576, Venezia) raggiunge, con quest'opera, uno dei massimi livelli nella sua espressione artistica.
L'Assunta, già nelle sue imponenti dimensioni, è un dipinto ad olio su tavola di cm 690 x 360, ci fa capire l'impegno tecnico, ma soprattutto compositivo, che l'artista ha dovuto e saputo mettere nella realizzazione di tale opera.
Realizzato tra il 1516 e il 1518 da Tiziano il dipinto risulta è divisa in tre registri: La schiera degli apostoli (in basso con le teste rivolte verso Maria), Maria assunta assunta in cielo, in piedi su una nube, attorniata dai cherubini festosi e danzanti e Dio che l'attende affiancato da un cherubino che stringe in mano la corona, simbolo della gloria divina.
È bene sottolineare che nella iconografia tradizionale la Madonna svegliatasi dalla dormitio (ossia dalla sua morte apparente) si ricongiunge al Figlio, e non a Dio Padre.
Questa pala ha indubbiamente decretato il successo di Tiziano a Venezia, con una composizione senza precedenti, con questa iconografia tizianesca del tutto personale, con l'incoronazione della Vergine come Regina del Cielo, ma anche con la scena del turbamento degli apostoli alla visione della Vergine che sale in cielo.
I frati della chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, committenti dell'opera, non sembravano per nulla contenti delle "novità" proposte da Tiziano in questo dipinto, ma secondo quanto riportano alcune fonti, alla inaugurazione della tela avrebbe assistito un emissario dell'imperatore Carlo V, il quale avrebbe chiesto ad un frate di volerlo acquistare nel caso loro non fossero stati soddisfatti dell'opera.
Al contrario, l'acclamazione popolare costrinse anche i frati più scettici nei confronti del talento dell'artista, ad ammettere la sua bravura.
Il commento di Dolce, rende pienamente l'idea dell'importanza di questo artista e della sua preziosa opera: “la grandezza e la terribilità di Michel Agnolo, la piacevolezza e la vetustà di Rafaello, e il colorito proprio della natura sono altro rispetto alle cose morte e fredde di Bellini e Vivarini”.
Il giudizio di Canova fu ancora più entusiastico, definendo quest'opera di Tiziano "il più bel quadro del mondo".
Chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, Venezia
Tiziano Vecellio (1488-90, Pieve di Cadore (Belluno) - 27 agosto 1576, Venezia) raggiunge, con quest'opera, uno dei massimi livelli nella sua espressione artistica.
L'Assunta, già nelle sue imponenti dimensioni, è un dipinto ad olio su tavola di cm 690 x 360, ci fa capire l'impegno tecnico, ma soprattutto compositivo, che l'artista ha dovuto e saputo mettere nella realizzazione di tale opera.
Realizzato tra il 1516 e il 1518 da Tiziano il dipinto risulta è divisa in tre registri: La schiera degli apostoli (in basso con le teste rivolte verso Maria), Maria assunta assunta in cielo, in piedi su una nube, attorniata dai cherubini festosi e danzanti e Dio che l'attende affiancato da un cherubino che stringe in mano la corona, simbolo della gloria divina.
È bene sottolineare che nella iconografia tradizionale la Madonna svegliatasi dalla dormitio (ossia dalla sua morte apparente) si ricongiunge al Figlio, e non a Dio Padre.
Questa pala ha indubbiamente decretato il successo di Tiziano a Venezia, con una composizione senza precedenti, con questa iconografia tizianesca del tutto personale, con l'incoronazione della Vergine come Regina del Cielo, ma anche con la scena del turbamento degli apostoli alla visione della Vergine che sale in cielo.
I frati della chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, committenti dell'opera, non sembravano per nulla contenti delle "novità" proposte da Tiziano in questo dipinto, ma secondo quanto riportano alcune fonti, alla inaugurazione della tela avrebbe assistito un emissario dell'imperatore Carlo V, il quale avrebbe chiesto ad un frate di volerlo acquistare nel caso loro non fossero stati soddisfatti dell'opera.
Al contrario, l'acclamazione popolare costrinse anche i frati più scettici nei confronti del talento dell'artista, ad ammettere la sua bravura.
Il commento di Dolce, rende pienamente l'idea dell'importanza di questo artista e della sua preziosa opera: “la grandezza e la terribilità di Michel Agnolo, la piacevolezza e la vetustà di Rafaello, e il colorito proprio della natura sono altro rispetto alle cose morte e fredde di Bellini e Vivarini”.
Il giudizio di Canova fu ancora più entusiastico, definendo quest'opera di Tiziano "il più bel quadro del mondo".