Benozzo Gozzoli, La cavalcata dei Magi, Cappella di Palazzo Medici Riccardi, Firenze
Verso il 1445 Cosimo de’ Medici, detto Cosimo il Vecchio , avviò la costruzione della propria residenza su via Larga all’angolo con via de’ Gori, un edificio che rappresentava al tempo una sorta di prototipo dell’architettura civile rinascimentale.
La mole robusta e austera del palazzo, in origine ridotta a una sorta di cubo, è stata per almeno un secolo l’immagine più diretta ed efficace del
simbolo del primato politico e culturale dei Medici a Firenze, e nel 1442 Papa Martino V cencede ai Medici il permesso di costruire una cappella privata. La ricca famiglia fiorentina commissionò quindi a Benozzo Gozzoli l'esecuzione del ciclo di affreschi, iniziato tra il 1449 e il 1450 e e concluso entro la primavera del 1459.
Il programma iconografico degli affreschi fu suggerito dallo stesso Piero e il soggetto principale di questo ciclo è il Corteo dei Magi (che occupa tre pareti della sala) seguendo i dettami umanistici del tempo che intendevano rappresentare una sorta di "passaggio ad occidente della tradizione bizantina" in tutto il suo splendore culturale e artistico. Il viaggio parte da Gerusalemme per concludersi a Betlemme e i tre Magi, che occupano ognuno una parete del vano principale, sono rappresentati secondo la tradizione: Melchiorre (abito bianco): è il più giovane, Baldassarre (abito verde) viene raffiguratocome uomo dalla pelle scura in età matura e Gaspare (in rosso) è il più anziano in testa al corteo
In questa nobile sfilata sono stati riconosciuti molti ritratti di personaggi illustri dell’epoca legati alla famiglia Medici e, in particolare, di coloro che avevano partecipato al Concilio tra la Chiesa greca e quella latina svoltosi a Firenze nel 1439.
Nella straordinaria complessità delle scene si riconosce la raffinatezza della tecnica esecutiva di Benozzo: la pittura prevalentemente a buon fresco è integrata con alcuni dettagli eseguiti a secco che hanno consentito al pittore di lavorare con cura meticolosa i preziosi gioielli, i sontuosi tessuti, le bardature dei cavalli ma anche gli alberi carichi di frutta, i prati con fiori e il variopinto piumaggio degli uccelli contribuiscono a dare vita ad un'atmosfera ricca di magia e preziosi elementi.
Nella straordinaria complessità delle scene si riconosce la raffinatezza della tecnica esecutiva di Benozzo: la pittura prevalentemente a buon fresco è integrata con alcuni dettagli eseguiti a secco che hanno consentito al pittore di lavorare con cura meticolosa i preziosi gioielli, i sontuosi tessuti, le bardature dei cavalli ma anche gli alberi carichi di frutta, i prati con fiori e il variopinto piumaggio degli uccelli contribuiscono a dare vita ad un'atmosfera ricca di magia e preziosi elementi.
In questa nobile sfilata sono stati riconosciuti molti ritratti di personaggi illustri dell’epoca legati alla famiglia Medici e, in particolare, di coloro che avevano partecipato al Concilio tra la Chiesa greca e quella latina svoltosi a Firenze nel 1439.
Nella straordinaria complessità delle scene si riconosce la raffinatezza della tecnica esecutiva di Benozzo: la pittura prevalentemente a buon fresco è integrata con alcuni dettagli eseguiti a secco che hanno consentito al pittore di lavorare con cura meticolosa i preziosi gioielli, i sontuosi tessuti, le bardature dei cavalli ma anche gli alberi carichi di frutta, i prati con fiori e il variopinto piumaggio degli uccelli contribuiscono a dare vita ad un'atmosfera ricca di magia e preziosi elementi.
Per produrre tale effetto di magnificenza, l’artista utilizzò materiali rari e costosi, come lapislazzuli (fondali azzurri), lacche lucenti, foglie di oro puro che brillavano al buio, nella penombra delle candele.
Un'opera dall'intensa atmosfera, che crea un ambiente unico e incredibile a testimonianza di uno dei momenti storici più vividi e significativi della cultura italiana del Quattrocento.