Il quadro del mese
Johannes Vermeer, "La ragazza con l'orecchino di perla", 1665
Johannes Vermeer, Ragazza con l'orecchino di perla, 1665, olio su tela
(46,5 x 40 cm), L'Aia, Mauritshuis SIRANI, Elisabetta, Ritratto di Beatrice Cenci c. 1662, olio su tela,
64,5 x 49 cm, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma VERMEER Johannes, Ragazza con domestica che le porge
una lettera (particolare), c. 1667 Olio su tela, 89,5 x 78,1 cm, Frick Collection, New York VERMEER, Johannes, Il concerto (particolare), 1665-66,
olio su tela, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston |
Questa tela che ci mostra una fanciulla vista di tre quarti che sembra essersi appena voltata verso chi guarda è, indubbiamente, una delle opere più note della non vasta produzione di Vermeer,
In realtà, questo genere di rappresentazione era assai diffuso nel corso del Seicento, come dimostra, tra i vari esempi, anche l'opera di Elisabetta Sirani - che potete vedere qui di seguito - raffigurante Beatrice Cenci. Il quadro di Vermeer si presenta come una sorta di sintesi tra un ritratto in costume, che guarda al mondo orientale e anticheggiante, e il quadro di storia che rimanderebbe ala raffigurazione di personaggi biblici. Questo dipinto, però, non presenta una titolo definito, se non "La ragazza con l'orecchino di perla" che nel 1696 faceva parte dell'inventario dei beni della famiglia Vermeer nel quale compaiono "due tronien dipinte alla moda turca". L'autore, vissuto tra il 1632 e il 1675 nella cittadina olandese di Delft, si presenta come una sorta di "mago della luce", sapendo dare ai propri dipinti degli equilibri chiaroscurali assolutamente unici e particolari. Questo fatto si apprezza ancor più se si confronta la sua "Fanciulla" con il ritratto di Beatrice Cenci di Elisabetta Sirani: i contrasti, i riflessi, la costruzione dei volumi attraverso i rapporti di luci ed ombre che incontriamo in Vermeer sono assolutamente unici e grandiosi. In merito all'uso della perla che caratterizza fortemente questo dipinto, tanto nel suo titolo, quanto nella fortuna di tale soggetto, bisogna dire che l'autore usava riproporre alcuni oggetti presenti nel suo studio in numerosi suoi dipinti. Qui di seguito, infatti, vengono proposti alcuni esempi (particolari di alcune opere di Vermeer) che ben ci fanno capire come l'autore avesse tale usanza nel comporre le sue opere. Oltre ad utilizzare più volte la stessa modella quale soggetto per diverse opere, amava utilizzare sia vesti che oggetti in suo possesso per comporre e realizzare più dipinti. Per questo motivo ritornano spesso non solo gli stessi colori, ma anche le stesse stoffe, colori o cappotti. E' il caso, ad esempio, della mantella gialla di ermellino che compare in più opere, o gli orecchini di perla che compaiono più volte in opere diverse, come testimoniano i particolari proposti qui di seguito. E ad unificare il tutto, mette la luce, come ben sottolinea Thoré nel 1886: "Lo splendore, l'energia, la finezza, la varietà, l'imprevisto, la bizzaria, non so che di raro e di seducente, egli possiede tutti codesti doni dei più audaci coloristi, per i quali la luce è una inesauribile maga". VERMEER, Johannes, Ragazza con liuto davanti alla finestra,
c. 1663, olio su tela, 51 x 46 cm, Metropolitan Museum of Art, New York Funzione cerca Inserisci qui di seguito il termine o i termini che vuoi ricercare |