Il quadro del mese
Antonello da Messina, "Il San Gerolamo nello studio", Venezia, 1474
Antonello_da_Messina_San Girolamo nello studio, 1474-1475, olio su tavola, 45 x 36 cm, Londra, National Gallery
Seguono due particolari del San Girolamo con gli animali e del leone. |
Marcantonio Michiel, nel 1529, riferendosi a quest'opera dipinta da Antonello da Messina a Venezia nel 1474 scriveva: "Alcuni credono che el sii stato di mano de Antonello da Messina, ma li più, e più verisimilmente, l’attribuiscono a Gianes (Jan Van Eyck), ovvero al Memling (Hans Memlimg) pittor antico ponentino: e cussì mostra quella maniera, benché il volto è finito alla italiana”. La minuziosità descrittiva, di tipica matrice fiamminga, si ritrova nei dettagli degli animali - la coturnice e il pavone in primo piano, il gatto nello studiolo e il leone in ombra sulla destra - nello studiolo, e nell'ambiente più in generale. L'opera assume in sé un carattere monumentale grazie all'uso della prospettiva centrale, dell'inquadratura architettonica della scena, e delle architetture che si susseguono all'interno dell'ambiente nel quale trova spazio lo studiolo. La cornice marmorea, funge quasi da tramite tra lo spettatore e la scena del santo nello studio, e all'ingresso troviamo due figure di animali: la coturnice sulla sinistra, che allude alla Verità di Cristo, ed il pavone, sulla destra, che ne testimonia l'immortalità. Un tempo, infatti, si pensava che la carne del pavone fosse incorruttibile, e per questo viene associata alla figura di Crsito. Sul pavimento sul quale poggia lo scrittoio, invece, troviamo un gatto e due piante, anch'esse simboliche: un bosso, che richiama alla fede nella Salvezza divina, e un geranio quale riferimento alla passione di Cristo. Sulla panca, inoltre, si vede il cappello cardinalizio del San Girolamo e nell'oscurità, sulla destra, il leone che solitamente l'accompagna. Nel deserto, infatti, San Girolamo aveva levato una spina dalla zampa di un leone ferito, che per riconoscenza, l'aveva da quel momento sempre seguito docilmente. Del San Girolamo, uno dei quattro padri della Chiesa, sono note tre tipologie rappresentative: "Il penitente" nel deserto, in preghiera davanti ad un Crocificco; "Il Dottore della Chiesa", in piedi vestito da Cardinale; "L'erudito" - ed è questo il nostro caso - nello studio circondato dai libri. E questa è, indubbiamente, una delle migliori raffigurazioni di quest'ultima tipologia rappresentativa. Qui a fianco, oltre alla perizia con la quale viene raffigurato l'intero apparato architettonico, possiamo osservare non solo il leone che sembra mostrare la zampa ferita, ma anche la particolare attenzione e cura con la quale viene trattato l'aspetto paesistico che si apre oltre le finestre sullo sfondo. Particolari che così ingranditi potrebbero sembrare di facile realizzazione, ma se consideriamo le dimensioni dell'opera nella sua interezza (45 x 36 cm) possiamo comprenderne la difficoltà esecutiva e la grande attenzione e cura per i dettagli e per i particolari che Antonello da Messina ha riservato a questa sua splendida opera. (Il "San Girolamo nello studio" non era presente alla mostra del MART) Funzione cerca Inserisci qui di seguito il termine o i termini che vuoi ricercare |