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Il "Canestro di frutta" di Caravaggio

Immagine
Caravaggio,  Canestro di frutta, olio su tavola,1596, 31 x 47 cm, Milano, Pinacoteca Ambrosiana

L'ideale lascia il posto alla realtà


Michelangelo Merisi, detto Caravaggio(Milano 1571-Porto Ercole 1610) è forse uno dei migliori interpreti del genere della "natura morta" che, nel corso del Seicento, ha riscosso i maggiori consensi da parte del pubblico, in particolare attraverso questo magnifico e conosicutissimo dipinto.

L'alunnato di Caravaggio presso la bottega delò Cavalier d'Arpino, iniziato a partire dal 1593, lo ha visto misurarsi, in questa bottega, con quel genere di pittura che era particolarmente alla moda in quel periodo: i canestri. Caravaggio, però, mostra tutta la sua inventiva pittorica, dando origine ad una serie di dipinti che si staccavano dalle consuete rappresentazioni.

Accanto alle figure di giovani con canestro - è il caso del "Bacco" o del "Giovane con canestro di frutta" - Caravaggio dipinge anche questo splendido capolavoro, rovesciando quelli che erano i canoni fino ad allora accettati e considerati validi.

E' così che il pittore, dunque, propone una pittura assolutamente reale e realistica - in contrapposizione a quelli che erano i canoni del tempo - tanto da rappresentare la frutta "corrotta" dai vermi, o da mostrare le foglie secche, oramaì accartocciate, non più vive e vivide, perché risulta importante "depingere bene et imitare bene le cose naturali". Inoltre, l'uso della prospettiva che viene proposto è indubbiamente innovativo, con la luce chiamata a costruire i volumi in modo netto, chiaro e definito.

Interessante, sempre dal punto di vista della prospettiva, anche la scelta di far "uscire", in avanti, il canestro dal bordo del tavolo, elemento che concorre a dare all'intera composizione ancora maggiore profondità, elemento che sarà riutilizzato da Caravaggio anche in numerosi altri casi.
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