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Dal castello alla villa

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Andrea Palladio,
villa Emo,

Fanzolo (Tv),
1558









La fabrica di Fanzolo del Signor Emo

"A Fanzolo, villa del trevigiano lontana da Castelfranco tre miglia, è la seguente costruzione del Magnifico signor Leonardo. Le cantine, i granai, le stalle e gli altri luoghi di villa sono dall’una e dall’altra parte della casa padronale e alle loro estremità ci sono due colombare, che apportano guadagno al padrone e ornamento al luogo. Si può andare dappertutto al coperto: il che è una delle principali qualità che si ricercano in una casa di Villa, come è stato precedentemente detto. Dietro a questa costruzione c’è un giardino quadrato di ottanta campi trevisani, attraverso il quale scorre un fiumicello che rende molto bello e piacevole il luogo. La villa è stata abbellita dalle pitture di M.Battista, veneziano".

Andrea Palladio, I quattro libri dell'architettura, Libro secondo, cap. XIIII, pag. 55


  • Piccolo glossario:

    • casa dominicale = casa appartenente al padrone (signore)
    • barchesse = luoghi che nella villa si trovano ai lati della casa dominicale, adibiti a funzioni agricole
    • colombare = piccole torri ai fianchi dell'edificio, adibiti all’allevamento dei colombi
    • facciata = parte che si trova nel davanti dell’edificio

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Venezia guarda alla Terraferma

Tra la fine del '400 e l'inizio del '500 una serie di avvenimenti furono causa di radicali cambiamenti a livello europeo, tanto che Venezia, città aperta agli influssi internazionali, ne accolse ogni novità.

La nascita della Civiltà delle Ville, frutto di un nuovo atteggiamento della politica veneziana nei confronti della terraferma, fu dovuta alla sconfitta di Cambrai (1509) che sottolineò l'importanza del dominio e del governo della terraferma da parte della Repubblica Veneziana.

Non fu un caso, infatti, che dalla metà del '500 in ogni paese non sorgessero più castelli fortificati, ma ville aperte alla vita della campagna ed ai nuovi influssi culturali ed artistici.

Vi propongo, quindi, quale inizio di questo percorso, un particolare ambito territoriale, ovvero quello delle ville delle Riviera del Brenta, o meglio del Canale del Brenta, ramo laterale del fiume omonimo, importante collegamento tra Padova e il capoluogo della Dominante: Venezia. Qui a partire dal cinquecento, iniziarono a sorgere le prime residenze estive, dove i nobili trascorrevano la loro "villeggiatura". Quasto fenomeno, andò via via allargandosi sempre più, raggiungendo la sua massima espressione nel settecento, come testimoniato dalle numerose opere di riproduzione incisoria che ci mostrano le più importanti ville della Riviera.

Tra queste opere, si annovera anche l'opera di Gianfrancesco Costa, che potete qui di seguito ammirare.







Gianfrancesco Costa, Le delizie del fiume Brenta, Venezia, 1750


" Le delizie del fiume Brenta
nei Palazzi e nei Casini situati sopra le sue sponde
dalla sua sboccatura nella laguna di Venezia
infino alla città di Padova
disegnate et incise da Gianfrancesco Costa
Architetto e pittore veneziano
"


E' con queste parole, riportate nel frontespizio, che si apre una delle opere più interessanti riguardanti la Riviera del Brtenta e le sue Ville. Sarà proprio attraverso la riproduzione di queste incisioni che avrete modo di scoprire la vera immagine, che nel Settecento, ci potevano dare le ricche sponde del Canale del Brenta dove la nobiltà veneziana usava ritirarsi dal 13 giugno ai primi di novembre tra feste, divertimenti e passatempi vari.

Le incisioni testimoniano l'originale situazione settecentesca, in molti casi ad oggi indubbiamente cambiata.
Eccovi dunque, di seguito, tutto il percorso con le relative ville che si incontravano, nel corso della navigazione, andando da Venezia a Padova.

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La chiusa di Moranzani


Per risalire fino a Padova, il Canale del Brenta presenta ben quattro chiuse, che portano le barche ad affrontare il dislivello acqueo di 16 metri che separa Venezia dalla città di Padova.

La prima chiusa che si incontra, dopo aver imbaccato il Canale, è dunque quella di Moranzani, zona originariamente paludosa e poco salubre. Pare, infatti, che tale nome possa derivare da un antico detto popolare locale: "Mòre anca i sani" (qui muoiono anche le persone sane).

Il sistema delle chiuse utilizza, ancora ad oggi, le cosiddette "porte Vinciane" derivate, infatti, da un progetto di Leonardo da Vinci.


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Andrea Palladio, Villa Foscari, detta la "Malcontenta", 1558-1560


E' questa la villa che apre "la scena" della Riviera del Brenta e, non a caso, è una villa Palladiana.  Costruita alla fine del cinquecento per Alvise e Nicolò Foscari, discendenti del doge Francesco Foscari, si presenta quasi cone un tempio antico, con timpano sorretto da sei colonne ioniche sulla facciata che da sul canale.

La leggenda narra che il nome "Malcontenta" potrebbe essere riferito ad una dama veneziana che, in seguito ad un comportamento troppo libertino, sarebbe stata "esiliata" dal marito in questa villa. Un presunto ritratto "triste" della dama sarebbe presente in una delle pareti della stanza alla destra dell'ingresso principale.

Edificio a pianta centrale, presenta un favoloso ciclo di affreschi di Giambattista Zelotti con storie tratte dalle "Metamorfosi" di Ovidio, sebbene oggi in perte rovinato in seguito all'abbandono della villa da parte della famiglia Foscari dopo la caduta della Repubblica di Venezia. Ad oggi, inoltre, non esistono più gli edifici adiacenti, abbattuti nell'ottocento. 


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Villa Priuli-Bon, XVII secolo


Costruita nel XVII secolo, non se ne conosce il nome del progettista.
Presenta una loggia a tre archi che si rifà a quella del Palazzo Cornaro realizzata dall'architetto Falconetto a Padova.




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Osteria dei "Sabbioni", XVII secolo


Lungo la Riviera del Brenta non mancavano, ovviamente, le osterie, e tra queste quella dei "Sabbioni", la cui esistenza risale al 1693.
L'edificio è stato successivamente modificato rispetto a quanto si può notare dall'incisione del Costa, e risulta oggi di dimensioni più modeste.


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"Il Termine" ad Oriago


Con questo toponimo, viene indicato il confine tra il territorio padovano e quello veneziano.
Ad indicate tale confine rimane, ad oggi, un cippo (in origine erano quattro) la cui costruzione risale al 1375.


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La villa di Oriago


Viene qui rappresentata la "Villa", ovvero la cittdina" di Oriago.
L'origine di tale nome, secondo alcune ipotesi, potrebbe stare ad indicare che, proprio da questo luogo, inizia la laguna di Venezia: "ora laci".


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Palazzo Mocenigo, XVIII secolo


Fatto erigere nella prima metà del settecento dalla famiglia Mocenigo.
Sulla facciata principale compare il simbolo dogale: i Mocenigo, infatti, vantavano ben sette dogi tra i loro antenati, ed il loro palazzo ne portava dunque testimonianza.

Oggi l'edificio è sede del dipartimento di Economia dell'Unioversità di Venezia.


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Palazzo Gradenigo, XVI secolo


L'edificio, a pianta quadrata, presenta la tipica forma delle ville cinqecentesche.

Come gran parte degli edifici che si affacciavano sul canale, presentava anche una decorazione ad affresco, che ne occupava tre delle quattro facciate.
Della decorazione originaria, dovuta all'artista Benedetto Caliari e coeva alla costruzione della villa, però, rimane solo un piccolo frammento sotto il poggiolo della facciata principale.


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Casino Moscheni, XVIII secolo


Carlo Goldoni, ne "Il Burchiello" scrive:

"Eccoci giunti alla piacevol di Mira
di bei giardini e di palagi adorna.
S'esce fuor del Naviglio e si respira.
Si passeggia, si pranza e poi si torna"

Il termine "casino" indicava un piccolo ambiente nel quale i nobili potevano ritirarsi e ritrovarsi con amici e conoscenti. L'edificio, alle porte di Mira Porte, sulla riva sinistra del naviglio del Brenta, si presenta praticamente immutato rispetto all'incisione del Costa.


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Villa Valmarana, XVII secolo


Il complesso fu fatto costruire dalla famiglia Valmarana nel corso del seicento.
Qui, nel 1764, Prospero Valmarana diede una festa in onore del Pascià Kagy Agà Abunahman, rappresentante del Bej di Tripoli con il quale aveva stretto importanti rapporti commerciali per conto della Repubblica di Venezai.

Per l'occasione aveva fatto decorare ad affresco - da Michelangelo Schiavoni detto il Chiozzotto - la barchessa di destra con la rappresentazioe della "Gloria della famiglia Valmarana".

La villa fu acquistata, nell'ottocento, dai coloni, che per evitare la tassazione sui beni di lusso, non trovarono meglio da fare che far esplodere il corpo della villa centrale nel 1890.
Oggi, infatti, restano solo le due barchesse laterali. Dal 1992, la barchessa di destra è tornata di proprietà dei discendenti della famiglia Valmarana.


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Palazzo Seriman-Widmann, XVIII secolo


Fatta costruire dalla famiglia Serimann, su progetto di Andrea Tirali, fu terminata nel 1719, come riportato sopra l'ingresso principale.
Nel 1750 circa passò ai Widmann che la modificarono secondo lo stile rococò francese e fecero decorare la sala delle feste da Giuseppe Angeli. Furono qui ospiti il Papa Clemente XII, il commediografo Carlo Goldoni, i musicisti Malipiero e Stravinski e lo scrittore Gabriele D'Annunzio.
Il complesso è costituito dal corpo padronale, dalla barchessa e dalla chiesa.


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Palazzo Querini, XVI secolo


Eretta dalla celebre famiglia Querini attorno al 1504, su progetto di Guglielmo Bergamasco, presenta la tipica pianta quadrata delle ville di campagna cinquecentesche.
Munita anch'essa di barchesse e chiesa privata, presenta un interno interamente affrescato da Andrea Schiavone e Bonifacio de' Pitati che realizzarono i dipinti in occasione delle nozze tra Francesco Querini e Paola Priuli.
Nel 1920, le barchesse furono frazionate in abitazioni e il parco distrutto. I Tiozzo acquistano e restaurano la villa a partire dal 1950.




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Mira porte


Ecco una veduta settecentesca della cittadina di Mira, il cui toponimo sembra possa derivare dal culto di San Nicolò, vescovo di Mira, antica città della Licia.




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Volta fuori Mira Porte


Altra veduta di Mira, dalla frazione di Mira Porte, che assieme a Mira Taglio e Mira Vecchia, costituisce il nucleo cittadino.

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Palazzo Principe Pio, XVII secolo


La costruzione di questo armonioso edificio risale alla seconda metà del Seicento, ed il suo nome deriva dai loro primi proprietari, i principi Pio.
All'interno, preziosi stucchi ed un affresco di Nicolò Bambini, nell'ampia sala centrale, raffiguraante "Apollo e le Muse".



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Palazzo Franceschi, XVI secolo


La costruzione, risalente al tardo cinquecento, presenta ancora oggi, le adiacenze di un tempo, compresa la barchessa ad archi ribassati, ed un ampio parco.

Di proprietà privata, è stato trasformato in un hotel.




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Palazzi Bonfadini e Calergi, XVIII secolo


Entrambi gli edifici, risalenti al '700, si sviluppano secondo il tipico andamento longitudinale degli edifici di quel periodo.

Palazzo Bonfadini presenta un oratario verso il canale, mentre Palazzo Calergi, che risulta ad oggi disabitato, fa derivare il suo nome dall'italianizzazione del cognome Calegaris, famiglia originaria di Creta trasferitasi a Venezia.


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Chiesa di Mira


Veduta della chiesa di Mira, dedicata a San Nicolò.


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Palazzo Bortoletti, XVII secolo


L'edificio, meglio noto oggi come villa Alessandri, conserva una serie di importanti affreschi eseguiti dal pittore G. Antonio Pellegrini (1675-1741).

Il committente della foresteria fu il cavaliere Cesare Alessandri, che chiamò Pellegrini ad eseguire alcuni affreschi tra il 1702 e il 1704. Si tratta delle "Metamorfosi di Ovidio", nel salone delle feste;  delle vicende di "Antonio e Cleopatra", nella stanza da gioco, e di "Annibale che giura odio contro i Romani", nella saletta delle conversazioni.

La foresteria, era stata adibita a casino da gioco, in quanto tale pratica era stata vietata dal Senato all'interno della città di Venezia. Questo per evitare che i nobili potessero dilapidare, come accadeva sempre più spesso, le loro ricchezze al gioco.



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Palazzo Bonlini, XVI secolo


Bella costruzione del tardo '500 della quale si conservano le adiacenze sulla sinistra e il parco. La chiesetta, che si trovava sulla destra, tipica adiacenza di villa, è andata distrutta.

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Palazzo Boldù, XVIII secolo


Si tratta del cinquecentesco Palazzo Mocenigo, ristrutturato nel '700, quando venne completamente modificata la facciata.

Il palazzo fu nuovamente rimaneggiato nell'800, motivo per cui ad oggi rimangono solo pochi elementi caratteristici dell'edificio originario.


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Mira taglio


Questa località prende il nome da alcuni lavori effettuati tra il 1597 ed il 1613, quando fu realizzato il taglio di due canali: quello di Mirano, che fece affluire nel Brenta le acque del Musone, ed il "novissimo" taglio del Brenta, che portava una parte delle acque del canale verso Chioggia, e non verso Venezia.

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Palazzo Venier, XVI secolo


L'edificio fu fatto costruire verso la fine del '500 dalla famiglia Venier.
Nel 1758 passò ai Contrini di San Trovaso e, all'epoca, la villa era nota per le sontuose feste organizzate dalla padrona di casa Orsetta Barbarigo.
Ad inizio novecento la cantante Adelaide Borghi Mauro si fece regalare la villa da un ammiratore. Oggi ospita un istituro religioso delle suore canossiane.


La barchessa di sinistra è affrescata da Francesco Ruschi, mentre quella di destra da Ludovico Manfredini (1630), entrambi pittori seicenteschi.
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Casino Andreucci, XVIII secolo


Si tratta dell'unico esemplare sopravvissuto di tre casini gemelli, costruiti nel settecento, in prossimità di Mira.
La facciata conserva ancora ad oggi tutta la sua eleganza avendo mantenuto le proporzioni originarie.

L'oratorio, non è più di pertinenza della villa, essendo passato di competenza alla vicina Villa Rocca Ciceri, che nell'800 è sorta sull'area del secondo casino.


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Palazzo Molin, XVII secolo


Si presenta come un complesso di edifici disposti lungo la riva del canale.
L'edificio principale mostra, sulla facciata retrostante, elementi seicenteschi.

Le decorazioni interne sono alquanto recenti, e risalgono ai secoli XIX e XX.


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Palazzo Grimani, XVI-XVII secolo


La datazione di questo edificio è posta tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo.
La facciata presenta una trifora al piano nobile, cui si sovrappone una serliana che poggia su una loggia seicentesca.

Al piano terra sono presenti decorazioni con scene cavalleresche, mentre al piano primo opere attribuite a Dario Varotari o al figlio Alessandro, detto il Padovanino.

Ospitò, tra gli altri, S. Filippo Neri a cui Pietro Grimani decise di dedicare l'oratorio, oggi non più esistente.


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Palazzo Badoer, XVIII secolo


Edificio del '700, presenta ampie sale veneziane, giardino e parco con statue.
Una leggenda narra dell'esistenza di un misterioso tesoro che risulterebbe essere stato sotterrato nel parco, ma mai ritrovato.


Il cancello, in ferro battuto, reca al centro l'iniziale del cognome della famiglia Badoer.
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Palazzo Ferretti, XVI secolo


Edificata nel 1596 su progetto di Vincenzo Scamozzi, la villa presenta una struttura a pianta rettangolare, e si compone di un corpo centrale sporgente con timpano e paraste nelle facciate lunghe. I pinnacoli indicano che il proprietario era un capitano da mar. La villa è caratterizzata anche da un magnifico parco.

La villa, oggi di proprietà comunale, è gestita dalla Provincia di Venezia e viene utilizzata come scuola: ospita, infatti, l'Istituto professione E.N.A.I.P. Veneto.


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Dolo verso Padova


Veduta della cittaina di Dolo verso Padova.
Il toponimo potrebbe risalire all'antica famiglia padovana 'Dauli', che qui aveva numerosi possedimenti.
Nel settecento Dolo era uno dei più grossi centri commerciali della laguna con ben 16 mulini idraulici. Di questi, ne rimane oggi solamente uno.

Scrive Goldoni (da "Il Burchiello"):
"D'acque sonanti un mormorio si sente;

esco all'aperto e riconosco il Dolo".


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Villa di Fiesso


Il toponimo della cittadina di Fiesso sembra poter essere derivato dal latino "flexus" (deviato). Il Brenta, infatti, doveva qui dividersi anticamente in due rami: il "Medoacus Major", che rappresenterebbe l'attuale naviglio, ed il "Medoacus Minor", che si dirigeva, invece, più a sud.


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Palazzo Contarini, XVIII secolo


Elegante edificio risalente ai primi anni del settecento che mostra un corpo centrale con, sulla sua sommità, un abbaino a volute.
Le due ali laterali sono leggermente aggettanti rispetto al corpo principale.

E' presente anche una cappella.



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Palazzo Corner, XVII secolo


La costruzione originale seicentesca risulta essere stata ampiamente rimaneggiata nel corso dell''800.

Il timpano, un tempo ad una sola finestra, è stato ampliato, mentre la serie di finestre quadrate in alto è stata tolta.




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Casino Fontana, XVI secolo


Edificio del '500 venduto dai Barbarigo ai Fontana nel 1649.

In parte rimaneggiato nel '700, presenta stucchi dell'artista settecentesco Andrea Urbani.
Anche la chiesetta adiacente la villa presenta stucchi del medesimo periodo, oltre a conservare una pala del Guarana.


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Palazzo Soranzo, XVI secolo


Edificio cubico, costruito ai primi del '500 per i Mocenigo. Nel '700 la villa passò ai Soranzo.
L'architettura a due ordini con serliana e la pittura sulla facciata che da sul canale, opera di Benedetto Caliari, si fondono in perfetta armonia. L'edificio presenta, inoltre, una decorazione a stucchi di Alessandro Vittoria.

La villa rappresenta uno dei pochi esempi di struttura che conserva, ancora oggi, la decorazione pittorica che andava a caratterizzare e ad ornare la cosiddetta facciata di rappresentanza, ovvero quella che dava direttamente sul canale.

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Ingresso Pisani, XVIII secolo


Costruzione iniziata nel 1720, per Alvise e Almorò Pisani, su progetto di Gerolamo Frigimelica. Nel 1728 il parco e le scuderie erano quasi completate.

Alvise fu eletto Doge nel 1736 e nel 1740 la villa fu completata grazie a Francesco Maria Preti. Nel 1807 fu acquistata da Napoleone Bonaparte che la donò al viceré d'Italia Eugenio Beauharnais. Del Demanio dal 1882 fu affittata nel 1911 al Centro di ricerche idrotecniche dell'Università di Padova che costruì la grande vasca al centro del parco.


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Palazzo Pisani, XVIII secolo


L'edificio a pianta rettangolare, con due cortili interni, presenta al centro del piano nobile lo splendido salone da ballo affrescato da Giambattista Tiepolo (1760-1762). Qui viene rappresentata, sul soffitto, l'Apoteosi della famiglia Pisani. Alle pareti, affreschi di Giandomenico Tiepolo e quadrature di Gerolamo Mengozzi Colonna.

Delle 114 sale, numerose risultano arricchite da decorazioni ad affresco, statue e dipinti.
Tra le varie opere si ricordano i dipinti di Jacopo Guarana (Sala del trionfo delle arti), di F. Zuccarelli e alcuni ritratti dei Pisani Alessandro Longhi.


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Orangerie Pisani, XVIII secolo


Veduta dell'Orangerie, all'interno dello splendido parco della villa.


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Fabbrica Pisani, XVIII secolo


Veduta delle scuderie, che fungono da magnifica quinta teatrale al termine del grande parco.


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Palazzo Cappello, XVII secolo


L'edificio, che risale al '600, presenta una grande trifora e un timpano rialzato al centro.
Nell'800 furono aggiunte due scalinate, ma la struttura conserva, nel complesso, la sua composizione originale.


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Porte di Stra


Veduta della cittadina di Stra, il cui nome sembra possa derivare, secondo alcune ipotesi, dal termine "strata", cioè strada.


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Palazzo Foscarini, XVII secolo


Si tratta di una costruzione seicentesca.
Fu dimora del doge Marco Foscarini, che ospitò qui Gaspare Gozzi.
Presenta un grande timpano centrale, che poggia su sei colonne, sulla cui sommità sono poste delle statue.


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Palazzo Giovanelli, XVII secolo


Commissionato nella seconda metà del XVII secolo dal Patriarca di Venezia Federico Maria Giovanelli all'architetto Antonio Gaspari, mostra dei caratteri tipicamente palladiani.
La scalinata che introduce al pronao risale al 1738. Fu realizzata su progetto dell'architetto Giorgio Massari in occasione del passaggio di Amalia di Polonia, diretta a Napoli per sposare Carlo di Borbone.

All'interno, presenta stucchi e dipinti attribuiti a vari artisti tra cui Sebastiano Ricci e Giuseppe Angeli. Quest'ultimo ha decorato il salone centrale con episodi di storia greca.

Del grande parco,  caratterizzato un tempo da fontane, serre, padiglioni, labirinto, statue e torrette belvedere oggi non rimane alcuna traccia.


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Ponte de' Graissi


Abbiamo qui la veduta del ponte di accesso alla città di Padova sotto il quale transitavano le imbarcazioni provenienti da Venezia.
Sullo sfondo, i primi edifici padovani.





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Il Portello


Veduta del Portello di Padova, punto di arrivo della navigazione da Venezia a Padova lungo il Canale del Brenta e il più importante porto fluviale durante la dominazione veneziana.

 

Disclaimer:
- Villa Emo a Fanzolo: wikipedia - Mhwater - Gnu Free documentation licence
- Gianfrancesco Costa, Le delizie del fiume Brenta, Venezia, 1750: Collezione privata


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